“Adotta una famiglia irachena”: al via la nuova campagna Caritas

 

                       Donazioni anti-crisi anche a Foligno in favore di chi fugge dall’Isis
 

La-chiesa-italiana-tra-i-profughi-in-Iraq_articleimageLanciata a fine ottobre per andare incontro ai profughi iracheni in fuga dall’Isis, l’ultima campagna di casa Caritas è ora pronta per spiccare il volo anche a Foligno. Adotta una famiglia irachena, questo l’invito e il nome del progetto messo a punto da Caritas Italiana, un’iniziativa che la Casa della Carità di piazza San Giacomo ripropone ora per il periodo dell’Avvento anche a tutte le parrocchie, famiglie, associazioni e realtà del folignate. Una staffetta solidale, questa la proposta, per accompagnarci durante l’attesa del Natale, in cammino con i più di 120.000 cristiani – senza contare le altre minoranze – messi in fuga dai miliziani del Califfato Islamico.

Tre le declinazioni del progetto che guarda a famiglia, casa e scuola. In prima battuta, attenzione tributata ai nuclei famigliari con il “Progetto Famiglia” con il quale sarà possibile assicurare un minimo dignitoso ad un focolare di 5 persone. Differenziate anche le possibilità di impegno: 5 euro per un solo giorno,  140 euro per un impegno mensile, 420 per un trimestre, 840 per un semestre, 1.680 per un anno. Perché anche la solidarietà sia a misura di ogni tasca.
L’acquisto di 150 container per l’alloggio delle famiglie in fuga è invece l’obiettivo del “Progetto Casa” (costo unitario: 3.140 euro). Ultima possibilità esperibile, quella del “Progetto Scuola” con l’acquisto di 6 autobus per il trasporto dei bambini in 8 scuole tra Erbil e Dahuk (costo di un  pullman: 40.720 euro).

“Obiettivo della Caritas di Foligno” – ha fatto sapere il direttore della Caritas diocesana Mauro Masciotti – “è l’acquisto di uno dei container per il progetto casa” ma è certo – puntualizza – che il contributo per l’Iraq sarà a misura della generosità espressa.
Per sostenere gli interventi, oltre a fare riferimento alla Segreteria della Caritas diocesana sita in piazza San Giacomo 11, le offerte possono essere inviate a Caritas Italiana, via Aurelia 796 – 00165 Roma, tramite C/C POSTALE N. 347013, specificando nella causale: GEMELLAGGI IRAQ / Progetto FAMIGLIA (oppure CASA oppure SCUOLA) mentre ulteriori modalità per donare sono disponibili consultando il sito www.caritas.it.

L’auspicio allora, almeno per quanti si accingono a vivere il Natale, è quello rivolto dodici mesi or sono proprio da Papa Francesco, di guardare alla Famiglia di Nazareth proprio “nel momento in cui è costretta a farsi profuga […] sulla via dolorosa dell’esilio, in cerca di rifugio in Egitto”. Una storia – non dimentichiamolo – che rivive oggi tanto i Iraq quanto in altre parti del mondo. 

IMG-20141015-WA0003

C.to Caritas Foligno 28/11/2014 n. 2

Foligno città per la vita: Il 29 novembre la Giornata internazionale contro la pena di morte

Attesa per la testimonianza di Suezann Bosler: “Così ho lottato per non far eseguire l’assassino di mio padre”

 

s.boslerAnche quest’anno Foligno celebra Cities for Life: “Città per la vita, città contro la pena di morte”, l’appuntamento mondiale che ricorda il compleanno della prima abolizione – occorsa il 30 novembre 1786 nel Granducato di Toscana – della pena capitale in uno stato sovrano.

Protagonista dell’edizione folignate del 29 novembre 2014, la testimonianza diretta di Suzanne Bosler – esponente dell’Associazione statunitense delle Famiglie delle Vittime per la Riconciliazione – che si è battuta per anni per far commutare la pena capitale all’assassino del padre, quest’ultimo ucciso davanti ai propri occhi quando era solo una bambina. Un racconto, lontano da moralismi e da impostazioni cattedratiche, in cui Suzanne promette di guidarci dalla rabbia alla lotta per la vita.

A condire la testimonianza di Suzanne, una nota etichetta di vini che ha ospitato nella propria bottiglia il bellissimo murale che il folignate Stefano Emili (in arte Come Achille) ha realizzato in via Istituto Denti (Foligno) per l’edizione 2012 della Giornata. Un omaggio – quello del murale – a Shujaa Graham,  ingiustamente condannato a morte e poi scarcerato dopo  13 anni. “ll vino biologico” – ha commentato Rita Cacchione (Casa dei Popoli) in occasione della conferenza stampa tenutasi mercoledì 26 dicembre – “è ancora più giusto della sua matrice” poiché, gentilmente offerto dalla cantina, verrà venduto al termine dell’appuntamento “in favore dell’associazione statunitense per le Famiglie delle vittime per la riconciliazione” che spesso fatica, in un paese dove vige ancora la pena capitale, “a portare avanti la propria attività” di sensibilizzazione.

Suonata solenne delle campane di San Feliciano e illuminazione di piazza don Minzoni chiuderanno la serata, “segno di vicinanza” – ha ricordato l’assessore folignate per Pace e Memoria Maura Franquillo – “e partecipazione della città tutta”. Uno spazio – quello di piazza don Minzioni – scelto proprio per la grande affluenza da parte dei giovani del territorio con un chiaro intento di sensibilizzazione verso le nuove generazioni.

La manifestazione, promossa a Foligno come in tutta Italia dalla Comunità di Sant’Egidio, vede anche quest’anno l’adesione di una rete di associazioni che vivono come missione quotidiana, lontana dai meri proclami, la lotta per la vita: Biblioteca Mandela, Caritas diocesana Foligno, Casa dei Popoli e Emergency Foligno con il patrocinio del Comune.
“La giornata di Foligno”– ha precisato la portavoce della Casa dei Popoli – verrà “dedicata a Reyhaneh Jabbari, iraniana condannata a morte per aver ferito con un colpo mortale l’uomo che aveva tentavo di stuprarla”, condanna eseguita proprio nello scorso ottobre. Un appuntamento – quello del 29 novembre che si terrà presso la Sala del Consiglio Comunale – tutto costruito sulla scia delle parole di Rayhaneh consegnate alla madre prima di morire e di cui verrà letto un estratto, per non dimenticare.

10750066_995547020472053_6722571849757520560_o

C.to stampa Caritas 28/11/2014

Accolto dal leader kurdo in Olanda il Gonfalone di Foligno

Prosegue il cammino di Caritas e Comune con la città che duella con l’Isis

 

n_72677_1È giunto in Olanda il 15 novembre scorso il Gonfalone della città di Foligno che il Sindaco Mismetti ha consegnato, in una sua riproduzione, a Soran Ahmad (Segretario generale dell’Istituto Kurdo di Roma) il 7 novembre scorso. Un viaggio fino ad Amsterdam – quello del vessillo fulginio – per suffragare il messaggio di vicinanza già lanciato da Foligno con la serata kurda ospitata dalla Biblioteca “Mandela” venerdì 7 novembre. Destinatario del simbolo, Salih Muslim, nativo di Kobane e co-presidente del PYD (Partiya Yekîtiya Demokrat), il Partito kurdo a capo della regione autonoma del Rojava nella Siria del nord. Un atto simbolico ma al contempo di grande rilevanza politica visti i numerosi appelli lanciati dal leader kurdo per scrollare l’immobilismo di dosso dalla Comunità Internazionale. “La notizia di solidarietà” – ha glossato Soran Ahmad nel giostrare la consegna del Gonfalone –  “non può che essere caldamente accolta dai cittadini di Kobane che in buona parte hanno dovuto lasciare le loro case a seguito degli attacchi dell’Isis”. Un Gonfalone che dal canto proprio si fa piena metafora, pur se inanimato, di questo cammino solidale: dai rami di ulivo – chiaro simbolo di pace – che incorniciano lo scudo, ai nastri azzurri che richiamano le fusciacche ricamate dalle dame con i propri colori e che i cavalieri annodavano ai fianchi e custodivano come pegno d’amore durante il torneo.

Una promessa di vicinanza, dunque, con cui Foligno – con Caritas e Comune – cinge i fianchi di Kobane dei propri colori mentre Ayn al-arab – come la chiamano gli Arabi – non smette di duellare.

 

C.to stampa Caritas diocesana Foligno del 21/11/2014

Pane per Kobane

Serata kurda per il gemellaggio con la città che ha sfidato l’Isis

 CSC_0038

Se a Londra e nel resto d’Europa le donne curde si affaccendano per impastare lo yufta (il pane tradizionale) per raccogliere fondi per Kobane, a Foligno una vera e propria cena ha calcato le scene venerdì 7 con i piatti della nostra cucina. Protagonista indiscusso – anche qui – il pane: non solo la base della nostra alimentazione ma “un cibo che unisce” perché kutsal, “sacro”, per tutte le culture, da quella nostrana fino a quella mediorientale.

Cornice della serata del 7 novembre, il lancio del gemellaggio tra Foligno e Kobane, partenariato che verrà ufficialmente siglato con un protocollo d’intesa e una visita dell’amministrazione della città-simbolo della lotta contro l’Is nel prossimo gennaio. A discutere di questi ed altri temi, Soran Ahmad (Segretario generale dell’Istituto internazionale di cultura kurda basato a Roma), Jasm Mustafa (esperto di cultura curda) e il prof. Giovanni la Guardia (docente all’Università “L’Orientale” di Napoli). “Kobane e la questione kurda”, questo il titolo della tavola perché parlare di Kobane non è solo parlare di Kobane, ma significa richiamare agli occhi dell’opinione pubblica la causa del popolo curdo. Una nazione senza stato, divisa in quattro con la matita all’indomani della Prima Guerra Mondiale in dispregio dei proclami dei punti wilsoniani. Una causa, dunque – hanno argomentato i relatori – in cui abbiamo la nostra parte di responsabilità.

Perché non si assista inermi all’assedio di Kobane – alla stregua di una Turchia che per scongiurare la fobia di un Pkk trasversale ha sigillato i confini inibendo il flusso di aiuti  – qualcosa si può. E non solo nei proclami, perché per un popolo derubricato nel dimenticatoio, sapere che Foligno sta adottando uno dei suoi centri, accende una speranza.

Primo passo possibile, oltre alle iniziative di raccolta fondi per i profughi che verranno imbastite nei prossimi mesi, l’inserimento di alcuni giovani di Kobane nel nuovo progetto della Caritas di Foligno (“L’Arca del Mediterraneo”) che guarderà alla formazione, al volontariato e all’accoglienza. Una sfida di respiro internazionale che oltre a portare pregio al “Centro del Mondo” porterà concretamente “il mondo” nel suo centro, ospitando studenti dal Kosovo, dalla Grecia e da altri paesi che insieme ai folignati potranno crescere e confrontarsi anche con l’apporto del Centro Studi e di numerose università partner. “Fare una rete per diffondere il valore dell’essere umano” – ha commentato l’assessore Maura Franquillo – è del resto lo scopo di questa amicizia che sta germogliando con Kobane e lo spirito che dovrebbe animare tutte le iniziative che si pongono in essere.

E a chi tutto questo sembra troppo esotico, si ricordi che il primo a parlare di Kurdistan fu l’italianissimo Marco Polo, mentre la bandiera curda – caso vuole – gioca curiosamente con i colori del vessillo italiano. Solo un sole – simbolo di vittoria e di rinascita nella cultura curda – campeggia al centro, in antitesi al nero funebre della bandiera dello Stato Islamico. Lungi dal trovare giustificazione solo nel drappo, “la causa di Kobane” – ha sottolineato con grande carica il prof. La Guardia – “ci riguarda”. Non fosse per il ruolo che giochiamo oggi con i nostri interessi bellici; non fosse per il ruolo che l’Occidente ha giocato ieri nell’apprendere agli stati sorti sulle ceneri dell’Impero Ottomano a discriminare per guardare ai propri interessi. Perché si sa, se è vero che “Finché c’è guerra c’è speranza”, le figure di sordiana memoria non si arrestano ai film ma sono proprio quelle che – come ha ricordato il professore – orchestrano progetti come l’Is. E a chi arriccia il naso sentenziando che Kobane potrebbe non sopravvivere all’avvio del gemellaggio, si sottolinea che è proprio mentre si scrive che giunge la notizia che il Califfo dello Stato Islamico sarebbe stato ferito da un raid americano.

La Speranza, dunque, non ci abbandoni.

DSC_0058

C.to Caritas diocesana Foligno del 10/11/2014

San Martino a cavallo per i poveri

images san martinoChi non conosce la storia di San Martino alzi la mano. Lo segnali perché quest’anno la storia del cavaliere che donò metà del suo mantello per scaldare un povero viandante si ripete anche a Foligno e fuori dalle metafore. Non solo un’occasione per festeggiare – in ossequio alla tradizione – con lanterne e caldarroste, ma un incontro per (ri)mettere al centro la Carità – vero cuore della festa –  e che vedrà bisognosi e non condividere insieme il pasto presso uno dei luoghi di accoglienza del territorio folignate, la Casa del Germoglio Meraviglioso, centro voluto dalle otto Caritas umbre.

Il programma – aperto a quanti vorranno partecipare – prevede dopo la Messa delle 17, l’arrivo di San Martino a cavallo che senza dividere il proprio mantello omaggerà i bisognosi presenti con un piccolo dono. Un simbolo non solo per ricordare il noto gesto martiniano, ma anche per festeggiare quello che Madre Teresa di Calcutta chiamava “l’onore che i poveri ci concedono di poterli servire”. Un’attenzione, questa, propria non solo della Cristianità ma che appartiene all’essere umano in sé, specie se si rammenta che all’atto della divisione del mantello Martino di Tours era immerso nella sua mansione giornaliera – quella di circitor ovvero di guardiano notturno – ed era lontano dalla Chiesa. Ed il fatto che sia proprio un folignate qualunque a farsi cavaliere e a vestire per la Caritas panni e mantello di San Martino, carica senz’altro di significato il momento di festa previsto per il prossimo 11 novembre. Perché San Martino, in qualsiasi momento, può essere ognuno di noi.

C.to stampa n.2 – 8/11/2014