Io krino, tu krini. Apologia di una krisi

albert-einstein-07La crisi – recitava Einstein – è la più grande benedizione  per persone e  nazioni. L’inconveniente – sosteneva più avanti – è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno.

Se l’adagio non sembra al lettore troppo imprudente vale certamente la pena addentrarsi nella storia del signor Paleologos. Le battute d’apertura – celebre passo de Il mondo come io lo vedo – non sono certo le sue ma suonano quanto mai attuali nel ripercorrere la sua storia. Per ascoltarla siamo volati in Grecia, a qualche tiro di sasso dalla storica città di Maratona. Sorprendentemente sciolto nell’italiano, Nikos Paleologos ci racconta la storia di una crisi (o forse dovremmo dire krisi) che ha qualcosa da suggerire anche alla nostra città.

Nikos è un piccolo imprenditore greco. Pochi operai sotto di lui e una manciata di soci ma quanto basta perché nel 2009 si ritrovi senza clienti e senza futuro. Una storia come tante forse ma dall’epilogo diverso. “In un momento in cui non avevamo un euro” – ci racconta – “con i miei soci abbiamo deciso di non chiudere e di rimanere insieme ma con meno soldi.” È così che Nikos decide di amputarsi il salario fino al livello dei suoi operai per salvare le sorti aziendali e scongiurare i licenziamenti. Una scelta che sposa appieno il significato profondo della parola “crisi” che deve proprio al verbo greco “krino” – come ci spiegano i referenti di Caritas Italiana in Grecia – le sue origini: “dividere” ma anche “scegliere”. E non “disperare”. Una krisis che segna davvero per Nikos un punto di rottura: “Nel momento in cui abbiamo scelto di puntare sull’Uomo è lì che gli uomini sono arrivati e i clienti sono tornati all’improvviso.” Einstein commenterebbe che “chi supera la crisi  supera se stesso senza essere superato.” E non solo una tantum. Quando la crisi torna infatti a far tremare l’azienda in tre diversi momenti, Nikos viene puntualmente contattato dall’Italia per una donazione. La sua storia giunse infatti oltre confine al Meeting delle Famiglie di Milano del 2012 quando toccò proprio a lui il privilegio di incontrare il Papa chiedendo “cosa si potesse fare” perché “la gente in Grecia guarda basso per la strada”. È così che Benedetto suggerì la messa a punto di gemellaggi (proprio come quello che sta interessando ora la diocesi di Foligno): famiglie che sostengono altre famiglie. “A distanza di due anni sentire che abbiamo del valore per altre persone, sapere cosa state facendo” – ha commentato Nikos nell’accogliere un gruppo di giovani volontari arrivati da Foligno – “ci aiuta ad andare avanti.” E ripete più volte: “Nella crisi è importante rimanere fedeli ai propri ideali e chi è in piedi deve aiutare gli altri a starci.”

Questo il mondo come lui lo vede e senza dubbio anche come lo vedeva Einstein che Nel mondo come io lo vedo chiuderebbe quest’apologia della krisi chiosando così: “Parlare di crisi significa incrementarla, tacere nella crisi è esaltare il  conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola con l’unica crisi pericolosa, che  è la tragedia di non voler lottare  per superarla. La storia di Nikos ce lo insegna.

Dalla Gazzetta di Foligno

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