“La Caritas dà speranza”. La testimonianza di Miriam, volontaria di servizio civile nell’anno della pandemia

Si dice che in natura la probabilità di trovare un quadrifoglio sia piuttosto bassa, dal momento che se ne trova uno ogni 10.000 trifogli: un’anomalia genetica del trifoglio bianco che cresce, appunto, con una quarta foglia, appena più piccola delle altre tre.

Miriam ha 24 anni, folignate, un anno di servizio civile alle spalle e le idee ben chiare su cosa sia per lei la fortuna: un quadrifoglio. Un quadrifoglio, sì, perché la Caritas, dice lei, è proprio questo: quella fortuna che si può regalare a chi ha bisogno quando al mondo non rimangono che tre foglie.

“Quando mi hanno preso per il servizio civile non ci volevo credere. Io mi sono diplomata in grafica pubblicitaria; ho lavorato per due anni in una tipografia che poi ha chiuso e mi sono ritrovata all’improvviso senza lavoro. Mi avevano parlato di questa opportunità e la fortuna, prima di tutto è stata per me quando ho scoperto di essere stata selezionata”.

Miriam

Una fortuna fatta di tanti ingredienti, racconta Miriam, primi fra tutti i suoi compagni di viaggio, selezionati assieme a lei in questa esperienza di servizio a tutto tondo. “Siamo stati selezionati in sei, come prevedeva il bando, ma anche se eravamo in servizi diversi ci siamo legati tantissimo.”

Una fortuna, quella raccontata da Miriam, di cui il Covid non ha però minato le fondamenta ma che, anzi, ha contribuito paradossalmente a rafforzare. “La pandemia ha cambiato molto nel nostro servizio. È stata dura, soprattutto perché se sei fermo vivi tutto amplificato e per noi del servizio civile, all’inizio, è stato così perché siamo dovuti stare a casa. Poi ad aprile c’è stato il rientro e ci siamo ritrovati in prima linea. È stato un periodo difficile ma che mi ha fatto scoprire delle capacità che non sapevo di avere. Una fortuna anche questa. Io, per esempio, non pensavo di essere capace di poter gestire tutto quello che poi ho fatto. Alla Mensa, poi, siamo stati anche più fortunati rispetto ad altri servizi e abbiamo sentito meno l’isolamento, pur rispettando le norme. Di tutti mi porto nel cuore il “Grande Gigante Gentile”: un signore alto che ogni volta che finiva di mangiare si rendeva sempre disponibile per aiutare noi volontari a sistemare le sedie e era sempre gentilissimo. Era il primo che si alzava quando finiva di mangiare ed era bellissimo perché invece di pensare per sé si preoccupava di noi e di tutto il lavoro che c’era da fare. Una volta, prima di andare a casa, mi ha detto felice: “Oggi avete fatto un ristorante.” Sono cose belle quando te le dicono, ti scaldano il cuore. Tutti sappiamo cosa è Caritas e che c’è nella nostra città ma non sappiamo davvero cosa fa. Questa è stata una sorpresa quest’anno. Caritas è far sentire a una persona che ha una dignità ed è per questo che per me quest’anno di servizio è stata una bella esperienza. Se c’è una cosa che ho imparato qui è che la speranza è l’ultima a morire perché davvero ho potuto contribuire a donare “quel quadrifoglio”, quella speranza a chi veniva da noi. Perché la Caritas è questo: Qualcosa che dà speranza.”

Le domande di partecipazione per le selezioni per il servizio civile dovranno essere presentate online attraverso la piattaforma DOL raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it

È possibile presentare domanda per un’unica sede e per unico progetto entro e non oltre le ore 14:00 di lunedì 15 febbraio 2021.

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