Sarà attivo dal lunedì al venerdì, a partire da lunedì 7 marzo, dalle ore 15 alle ore 17 il servizio di ascolto, supporto e orientamento dedicato all’emergenza Ucraina e messo in piedi dalla Caritas diocesana di Foligno e dalla Fondazione Arca del Mediterraneo onlus.
“Sin da subito proveremo a dare assistenza legale, sanitaria, psicologica ma anche spirituale – ha dichiarato il direttore della Caritas diocesana Mauro Masciotti – oltre a tutte le indicazioni necessarie per l’orientamento al territorio e all’accoglienza”.
Per accedere allo sportello, che avrà sede in piazza San Giacomo 11 presso il Centro della Carità, è necessario prendere appuntamento telefonico chiamando allo 0742 357337.
Nel sito della Fondazione Arca del Mediterraneo verrà inoltre attivata una rubrica, a cura dello sportello legale, con tutte le informazioni con cui associazioni e comuni cittadini possono già orientare i profughi arrivati in questi giorni.
Si terrà sabato 5 marzo alle 16 con partenza da piazza San Giacomo, di fronte alla sede della Caritas diocesana, la marcia di preghiera“Fratelli Tutti” che si snoderà a piedi fino alla Basilica di Santa Maria degli Angeli. Un appuntamento di silenzio e meditazione per la pace in Ucraina e nel mondo promosso dalla Caritas di Foligno insieme alla Caritas di Assisi e alla Fondazione Arca del Mediterraneo onlus e che fa seguito alla manifestazione di sabato 26 febbraio, copromossa dalla Caritas diocesana insieme a numerose realtà del territorio e alla comunità ucraina di Foligno.
In pedissequa esecuzione del decreto monocratico adottato dal Presidente della Sezione Quarta Bis del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio n.00816-2022, Reg. Ric n. 01190/2022, pubblicato in data 9 febbraio 2022, è disposta la proroga del termine di cui all’articolo 2 del Bando integrativo del 25 gennaio 2022, fissandolo alle ore 14:00 del 9 Marzo 2022. Le candidature presentate successivamente alle ore 14:00 del 10 febbraio 2022 fino al predetto termine del 9 marzo 2022 sono ammesse con riserva. Il termine di cui al paragrafo n. 11 delle Linee Guida per la compilazione e presentazione della domanda online con la piattaforma DOL, pubblicate sul sito a corredo del Bando 2021, riportato anche nella FAQ n. 26, è conseguentemente differito alle ore 14:00 dell’8 Marzo 2022 ai fini dell’eventuale annullamento della propria domanda e presentazione di una nuova. Ulteriori ed eventuali determinazioni saranno adottate dal Dipartimento ad esito della Camera di Consiglio fissata dal medesimo decreto monocratico del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio.
È stata prorogata al 10 febbraio la scadenza per l’invio delle domande per partecipare alle selezioni per un anno di Servizio Civile presso le opere-segno della Caritas diocesana. Dieci i posti, suddivisi in tre progetti (Centro di Ascolto, Taverna di San Giacomo e Emporio della Solidarietà) per un totale di 25 ore settimanali. Ricordiamo che le domande di partecipazione dovranno essere presentate esclusivamente online attraverso la piattaforma DOL raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it. Per il perfezionamento della domanda è necessario essere in possesso dello SPID. È possibile presentare domanda per un’unica sede e per unico progetto entro le ore 14:00 di giovedì 10 febbraio. Per ricevere informazioni, visualizzare bando e progetti visitare il sito www.caritas.it oppure telefonare al numero 0742/357337 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00 o scrivere a elisa.bedori@caritasfoligno.it.
Appuntamento giovedì 27 gennaio alle 16 con la Fondazione Arca del Mediterraneo onlus e la Caritas diocesana di Foligno che anche quest’anno propongono un momento per ricordare la Shoah: un incontro di riflessione, teatro e testimonianza presenziato dal vescovo S.E. mons. Sorrentino che avrà luogo presso il Chiostro di San Giacomo di Foligno nell’omonima piazza.
L’evento sarà inaugurato da una rappresentazione curata da Loretta Bonamente e Graziano Sirci (voce fuori campo di Maurizio Torti) per ricordare attraverso frammenti di testimonianze le vite di 6 milioni di ebrei spezzate dalla Storia. “Morgen früh”, questo il titolo, proprio perché le vittime della Shoah – spiegano i curatori – non potevano permettersi di immaginare “un domani mattina”. Insieme anche un invito a chi sarà presente a pensare che il proprio domani non può esistere a prescindere dalla storia che ci precede. “Dobbiamo dire grazie a chi ha avuto il coraggio di lasciare una testimonianza” – precisano ancora i curatori – ma in mezzo al ricordo di un pezzo così doloroso di storia pende anche una domanda che ci interpella: che cosa non può essere ricordato e cosa invece può essere rivelato?
La rappresentazione sarà seguita dalla testimonianza dott.ssa Marina Rosati, curatrice del “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944”
Il vescovo S.E. mons. Sorrentino concluderà l’incontro.
L’ingresso all’evento del 27 gennaio è libero e gratuito.
Per accedere al Chiostro di San Giacomo è necessario esibire il Green Pass.
È online il nuovo bando del Servizio Civile che prevede la possibilità, anche per quest’anno, di svolgere 12 mesi di servizio presso le opere segno della Caritas diocesana di Foligno. 10 posti suddivisi su 3 progetti per 25 ore settimanali di impegno a scelta tra Centro di Ascolto (2 posti: titolo progetto “Ascolto è più che sentire-Umbria”), Taverna di San Giacomo (4 posti, di cui 1 riservato ai giovani con temporanea fragilità personale o sociale: titolo progetto “Si mise a tavola con loro-Umbria”) e Emporio della Solidarietà (4 posti, di cui 1 riservato ai giovani con temporanea fragilità personale o sociale: titolo progetto “Chicco di grano-Umbria”).
Punti qualificanti dell’esperienza sono la possibilità di vivere il servizio in una dimensione comunitaria e di gruppo nutrendosi del rapporto con gli ultimi nonché la possibilità di ricevere formazione continua guadagnando strumenti e competenze validi anche per il futuro.
Requisiti essenziali per presentare domanda sono aver compiuto il diciottesimo anno di etàenon aver superato il ventottesimo anno di età alla data di presentazione della domanda; avere cittadinanza italiana (oppure di uno degli altri Stati membri dell’Unione Europea o di un Paese extra Unione Europea purché il candidato sia regolarmente soggiornante in Italia); non aver riportato condanne secondo i termini specificati dal bando. Le domande di partecipazione dovranno essere presentate esclusivamente online attraverso la piattaforma DOL raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it. Per il perfezionamento della domanda, come puntualmente indicato nella pagina, è necessario essere in possesso dello SPID. È possibile presentare domanda per un’unica sede e per unico progetto entro e non oltre le ore 14:00 di mercoledì 26 Gennaio 2022. Per ricevere informazioni, visualizzare bando e progetti visitare il sito www.caritas.it oppure telefonare al numero 0742/357337 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00 o scrivere a elisa.bedori@caritasfoligno.it.
Sono stati consegnati direttamente nelle mani del vescovo Mons. Sorrentino nel pomeriggio di domenica 19 dicembre e sono i doni per i bambini meno fortunati del territorio, presentati dai bambini e dai genitori della Diocesi di Foligno. Colonna sonora di questo gesto – divenuto oramai un appuntamento annuale firmato dalla Caritas diocesana – quella della marching band “AnarchiaRitmica” che dal piazzale antistante la stazione ha scortato Babbo Natale e le famiglie cariche di regali fino a largo Carducci dove monsignor Sorrentino ha accolto uno per uno tutti i doni. Presente anche il “barbiere dei poveri” Massimo Panuzzi, nelle vesti di barbiere itinerante, che da anni taglia la barba a chi ha perso tutto.
L’evento è stato preceduto dall’appuntamento del 16 dicembre presso la fondazione FS di via Santa Maria in Campis con l’arrivo di Babbo Natale per tutti i bambini accolti dalla Fondazione Arca del Mediterraneo e dalla Caritas diocesana di Foligno e con la celebrazione della Santa Messa presieduta dal vescovo. Un evento, questo, che ha sostituito il tradizionale arrivo di Babbo Natale su treno a vapore al binario 1 della stazione di Foligno, rimodulato quest’anno in ottemperanza alle normative Covid.
Si comincia giovedì 16 dicembre alle ore 14.30 presso la Fondazione FS di via Santa Maria in Campis con l’arrivo di Babbo Natale per proseguire domenica 19 con la consegna dei doni per i bambini bisognosi del territorio e il 26, 28 dicembre e 02 e 06 gennaio con il tradizionale presepe della Carità.
Tre appuntamenti per prepararci all’arrivo del Natale attraverso gesti e segni concreti, ma anche con la possibilità di sostare con la Santa Messa celebrata dal vescovo mons. Sorrentino sempre presso la sede della Fondazione FS.
Musica e Carità saranno invece le protagoniste del pomeriggio del 19 dicembre con la marching band “AnarchiaRitmica” che si snoderà per le vie del centro a partire dalle 15:00 da piazzale Unità di Italia fino a largo Carducci dove si terrà la raccolta dei doni in favore dei bambini bisognosi del territorio.
Tema del presepe di quest’anno, che taglierà il nastro per Santo Stefano, sarà invece: “Il Sogno di Dio. Dalle mani del Padre alle mani del Figlio” con la tradizionale regia di Loretta Bonamente. La rappresentazione avrà luogo presso i giardini della Biblioteca Jacobilli (piazza San Giacomo, 1) con quattro repliche giornaliere (16.30 – 17.15 – 18.00 18.45).
Per accedere è necessario esibire green pass. Per info e prenotazioni per il presepe contattare il 392 7648096. Nelle locandine il dettaglio del programma.
“Ci vorrebbe un miracolo”. E’ la scritta che campeggia tra i muri di Trastevere, dove ci troviamo a passeggiare dopo aver partecipato alla veglia di preghiera nella Basilica di San Paolo insieme alle delegazioni diocesane da tutta Italia, in attesa dell’incontro con il Santo Padre. E’ festa: è il giubileo della Caritas, l’anniversario dei cinquant’anni dalla sua fondazione, il 2 luglio 1971, per volere di Paolo VI: una gioia che ricorre in uno degli anni più dolorosi nella storia della Caritas stessa, quello della pandemia, dove anche la Caritas di Foligno si è ritrovata a dover lavorare oltre le proprie forze. “Ci vorrebbe un miracolo” recita quella scritta persa tra i muri dei vicoli romani e il miracolo, il giorno dopo, arriva. Arriva con la possibilità – preannunciata alla nostra Caritas di Foligno nei giorni precedenti – di poter testimoniare a nome di tutte le Caritas dell’Umbria nell’aula Palo VI e di poter raccontare quella “cultura del bussare”, quella “Carità del campanello” che tanto caretterizza le nostre piccole Caritas umbre e che, come Gesù nel Vangelo, è capace di raggiungere la persona lì dov’è, nel suo spazio di dolore. Il miracolo arriva con la possibilità di narrare le fatiche perché sono proprio quelle a renderci più umani e più fratelli: la fatica di farsi piccoli, di saper fare spazio all’altro e alla sua storia di dolore, di saper togliere le pietre interiori che ci impediscono di ascoltare perché “il tanto fare – ha raccontato un nostro operatore in un’aula Paolo VI in silenziosa attesa – nasconde un rischio: quello di farci dimenticare che i poveri, prima di tutto, hanno bisogno di essere ascoltati.” Il miracolo arriva con un discorso, quello del Papa in quella stessa sala, che sa andare dritto all’Essenziale e che ci ricorda che in mezzo alla preoccupazione per i numeri dei poveri che crescono ci si può immunizzare con forza, condividendo la gioia di essere una grande famiglia. Ed è la gioia di poter stare insieme, dopo un anno e mezzo di incontro negato, che nell’aria è più palpabile insieme a quel discorso che ci ricorda di ri-partire sempre dagli occhi del povero, perché “sono i poveri a mettere il dito nella piaga delle nostre contraddizioni e che inquietano la nostra coscienza in modo salutare, invitandoci al cambiamento” perché quando il nostro cuore, guardando il povero, non si inquieta, “vuol dire che qualcosa non funziona”.
Il miracolo arriva nel ricordarci che «L’amore del Cristo ci possiede» (2 Cor 5,14) e che il banco di prova di tutto è la Tenerezza che in Lui siamo chiamati a portare a chiunque.
“Cari amici, ricordatevi, per favore, di queste tre vie e percorretele con gioia: partire dagli ultimi, custodire lo stile del Vangelo, sviluppare la creatività. Vi saluto con una frase dell’Apostolo Paolo: «L’amore del Cristo ci possiede». Vi auguro di lasciarvi possedere da questa carità: sentitevi ogni giorno scelti per amore, sperimentate la carezza misericordiosa del Signore che si posa su di voi e portatela agli altri. Io vi accompagno con la preghiera e vi benedico; e vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie!”
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti, tutti!
Ringrazio il Cardinale Bassetti e il Presidente della Caritas Italiana, Monsignor Redaelli, per le parole che mi hanno rivolto a nome di tutti. Grazie. Siete venuti dall’Italia intera, in rappresentanza delle 218 Caritas diocesane e di Caritas Italiana, e io sono contento di condividere con voi questo Giubileo, il vostro cinquantesimo anno di vita! Siete parte viva della Chiesa, siete «la nostra Caritas», come amava dire San Paolo VI, il Papa che l’ha voluta e impostata. Egli incoraggiò la Conferenza Episcopale Italiana a dotarsi di un organismo pastorale per promuovere la testimonianza della carità nello spirito del Concilio Vaticano II, perché la comunità cristiana fosse soggetto di carità. Confermo il vostro compito: nell’attuale cambiamento d’epoca le sfide e le difficoltà sono tante, sono sempre di più i volti dei poveri e le situazioni complesse sul territorio. Ma – diceva San Paolo VI – «le nostre Caritas si prodigano oltre le forze» (Angelus, 18 gennaio 1976). E questo è vero!
La ricorrenza dei 50 anni è una tappa di cui ringraziare il Signore per il cammino fatto e per rinnovare, con il suo aiuto, lo slancio e gli impegni. A questo proposito vorrei indicarvi tre vie, tre strade su cui proseguire il percorso.
La prima è la via degli ultimi. È da loro che si parte, dai più fragili e indifesi. Da loro. Se non si parte da loro, non si capisce nulla. E mi permetto una confidenza. L’altro giorno ho sentito, su questo, parole vissute dall’esperienza, dalla bocca di don Franco, qui presente. Lui non vuole che si dica “eminenza”, “cardinale Montenegro”: don Franco. E lui mi ha spiegato questo, la via degli ultimi, perché lui ha vissuto tutta la vita questo. In lui, ringrazio tanti uomini e donne che fanno la carità perché l’hanno vissuta così, hanno capito la via degli ultimi. La carità è la misericordia che va in cerca dei più deboli, che si spinge fino alle frontiere più difficili per liberare le persone dalle schiavitù che le opprimono e renderle protagoniste della propria vita. Molte scelte significative, in questi cinque decenni, hanno aiutato le Caritas e le Chiese locali a praticare questa misericordia: dall’obiezione di coscienza al sostegno al volontariato; dall’impegno nella cooperazione con il Sud del pianeta agli interventi in occasione di emergenze in Italia e nel mondo; dall’approccio globale al complesso fenomeno delle migrazioni, con proposte innovative come i corridoi umanitari, all’attivazione di strumenti capaci di avvicinare la realtà, come i Centri di ascolto, gli Osservatori delle povertà e delle risorse. È bello allargare i sentieri della carità, sempre tenendo fisso lo sguardo sugli ultimi di ogni tempo. Allargare sì lo sguardo, ma partendo dagli occhi del povero che ho davanti. Lì si impara. Se noi non siamo capaci di guardare negli occhi i poveri, di guardarli negli occhi, di toccarli con un abbraccio, con la mano, non faremo nulla. È con i loro occhi che occorre guardare la realtà, perché guardando gli occhi dei poveri guardiamo la realtà in un modo differente da quello che viene nella nostra mentalità. La storia non si guarda dalla prospettiva dei vincenti, che la fanno apparire bella e perfetta, ma dalla prospettiva dei poveri, perché è la prospettiva di Gesù. Sono i poveri che mettono il dito nella piaga delle nostre contraddizioni e inquietano la nostra coscienza in modo salutare, invitandoci al cambiamento. E quando il nostro cuore, la nostra coscienza, guardando il povero, i poveri, non si inquieta, fermatevi…, dovremmo fermarci: qualcosa non funziona.
Una seconda via irrinunciabile: la via del Vangelo. Mi riferisco allo stile da avere, che è uno solo, quello appunto del Vangelo. È lo stile dell’amore umile, concreto ma non appariscente, che si propone ma non si impone. È lo stile dell’amore gratuito, che non cerca ricompense. È lo stile della disponibilità e del servizio, a imitazione di Gesù che si è fatto nostro servo. È lo stile descritto da San Paolo, quando dice che la carità «tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1 Cor 13,7). Mi colpisce la parola tutto. Tutto. È detta a noi, a cui piace fare delle distinzioni. Tutto. La carità è inclusiva, non si occupa solo dell’aspetto materiale e nemmeno solo di quello spirituale. La salvezza di Gesù abbraccia l’uomo intero. Abbiamo bisogno di una carità dedicata allo sviluppo integrale della persona: una carità spirituale, materiale, intellettuale. È lo stile integrale che avete sperimentato in grandi calamità, anche attraverso i gemellaggi, bella esperienza di alleanza a tutto campo nella carità tra le Chiese in Italia, in Europa e nel mondo. Ma questo – lo sapete bene – non deve sorgere solo in occasione delle calamità: abbiamo bisogno che le Caritas e le comunità cristiane siano sempre in ricerca per servire tutto l’uomo, perché “l’uomo è la via della Chiesa”, secondo l’espressione sintetica di San Giovanni Paolo II (cfr Lett. enc. Redemptor hominis, 14).
La via del Vangelo ci indica che Gesù è presente in ogni povero. Ci fa bene ricordarlo per liberarci dalla tentazione, sempre ricorrente, dell’autoreferenzialità ecclesiastica ed essere una Chiesa della tenerezza e della vicinanza, dove i poveri sono beati, dove la missione è al centro, dove la gioia nasce dal servizio. Ricordiamo che lo stile di Dio è lo stile della prossimità, della compassione e della tenerezza. Questo è lo stile di Dio. Ci sono due mappe evangeliche che aiutano a non smarrirci nel cammino: le Beatitudini (Mt 5,3-12) e Matteo 25 (vv. 31-46). Nelle Beatitudini la condizione dei poveri si riveste di speranza e la loro consolazione diventa realtà, mentre le parole del Giudizio finale – il protocollo sul quale saremo giudicati – ci fanno trovare Gesù presente nei poveri di ogni tempo. E dalle forti espressioni di giudizio del Signore ricaviamo anche l’invito alla parresia della denuncia. Essa non è mai polemica contro qualcuno, ma profezia per tutti: è proclamare la dignità umana quando è calpestata, è far udire il grido soffocato dei poveri, è dare voce a chi non ne ha.
E la terza via è la via della creatività. La ricca esperienza di questi cinquant’anni non è un bagaglio di cose da ripetere; è la base su cui costruire per declinare in modo costante quella che San Giovanni Paolo II ha chiamato fantasia della carità (cfr Lett. ap. Novo millennio ineunte, 50). Non lasciatevi scoraggiare di fronte ai numeri crescenti di nuovi poveri e di nuove povertà. Ce ne sono tante e crescono! Continuate a coltivare sogni di fraternità e ad essere segni di speranza. Contro il virus del pessimismo, immunizzatevi condividendo la gioia di essere una grande famiglia. In questa atmosfera fraterna lo Spirito Santo, che è creatore e creativo, e anche poeta, suggerirà idee nuove, adatte ai tempi che viviamo.
E ora – dopo questa predica di Quaresima! – vorrei dirvi grazie, grazie: grazie a voi, agli operatori, ai sacerdoti e ai volontari! Grazie anche perché in occasione della pandemia la rete Caritas ha intensificato la sua presenza e ha alleviato la solitudine, la sofferenza e i bisogni di molti. Sono decine di migliaia di volontari, tra cui tanti giovani, inclusi quelli impegnati nel servizio civile, che hanno offerto in questo tempo ascolto e risposte concrete a chi è nel disagio. Proprio ai giovani vorrei che si prestasse attenzione. Sono le vittime più fragili di questa epoca di cambiamento, ma anche i potenziali artefici di un cambiamento d’epoca. Sono loro i protagonisti dell’avvenire. Non sono l’avvenire, sono il presente, ma protagonisti dell’avvenire. Non è mai sprecato il tempo che si dedica ad essi, per tessere insieme, con amicizia, entusiasmo, pazienza, relazioni che superino le culture dell’indifferenza e dell’apparenza. Non bastano i “like” per vivere: c’è bisogno di fraternità, c’è bisogno di gioia vera. La Caritas può essere una palestra di vita per far scoprire a tanti giovani il senso del dono, per far loro assaporare il gusto buono di ritrovare sé stessi dedicando il proprio tempo agli altri. Così facendo la Caritas stessa rimarrà giovane e creativa, manterrà uno sguardo semplice e diretto, che si rivolge senza paura verso l’Alto e verso l’altro, come fanno i bambini. Non dimenticare il modello dei bambini: verso l’Alto e verso l’altro.
Cari amici, ricordatevi, per favore, di queste tre vie e percorretele con gioia: partire dagli ultimi, custodire lo stile del Vangelo, sviluppare la creatività. Vi saluto con una frase dell’Apostolo Paolo, che festeggeremo tra pochi giorni: «L’amore del Cristo ci possiede» (2 Cor 5,14). L’amore del Cristo ci possiede. Vi auguro di lasciarvi possedere da questa carità: sentitevi ogni giorno scelti per amore, sperimentate la carezza misericordiosa del Signore che si posa su di voi e portatela agli altri. Io vi accompagno con la preghiera e vi benedico; e vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie!